La grande forza immaginativa di Gaiman gli permette di attingere a piene mani dal folklore, riplasmando creature e personaggi mitici li rende vividi e “reali” senza risultare pedante o forzato. “Personalmente non ho mai riscontrato difficoltà nel trattare materiale così vasto, ma più che altro un piacere, una gioia”. Gaiman non si sente limitato dall'utilizzo di elementi fantastici, appartenenti a culture e tradizioni spesso differenti fra loro, anzi proprio partendo da questa passione per il mito l'autore è riuscito a ricreare un ricco pantheon personale. “Dalla mia prospettiva non esiste una vera distinzione tra letteratura e letteratura fantastica, tra letteratura e fantastico. Consideriamo tutte le più grandi opere, da L’Asino d’oro alla Bibbia, dalla Divina Commedia all’Iliade: tutti sono ricorsi ai temi della magia per non usare delle allegorie. La narrativa mimetica è un fenomeno moderno, come se l’elemento magico non appartenesse alla letteratura”.
Attraverso citazioni e riferimenti alla cultura classica e al mito Gaiman crea delle opere ricche che si sviluppano su più livelli di lettura senza però tralasciare la forma: la sua narrazione è piacevole e avvincente, per questo motivo viene apprezzato da lettori di ogni età. “Sandman è un’opera da rileggere, nel senso che può essere letto una prima volta semplicemente per la trama, come un’avventura, e il lettore può poi riprenderla in mano magari cinque anni dopo, con maggiore esperienza, anche con un maggior bagaglio culturale e letterario, e può leggervi una storia completamente diversa. E dieci anni dopo ancora può di nuovo leggere una storia ancora diversa. Può vedere nuove sfumature, nuove relazioni, nuovi collegamenti. E ovviamente in tutte queste stratificazioni dell’opera evoluta c’è la volontà di creare qualcosa dove anche il camminare sulla superficie è piacevole, e dove comunque approfondire e scendere di strato in strato significa apprezzare sempre di più quello che si legge.”
Luigi Filippelli
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